Origini di Internet

Alla fine degli anni ’60 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sviluppò soluzioni per affrontare eventuali attacchi bellici. Erano gli anni della guerra fredda e questa condizione spingeva la ricerca verso nuovi sistemi di sicurezza e comunicazione. Nel luglio del 1961 Leonard Kleinrock del MIT pubblico il suo lavoro riguardante il packet switching, ovvero il metodo che verrà poi usato per muovere dati su Internet, che consiste nello scomporre i vari messaggi in pacchetti che viaggiano indipendentemente l'uno dall'altro e che si ricompongono una volta raggiunta la destinazione finale. L’idea di una rete Internet venne proposta per la prima volta da J.C.R. Licklider del Massachusetts Institute of Technology (MIT) nell’agosto del 1962. Licklider immaginava un set globale di computer interconnessi, attraverso i quali tutti potessero accedere facilmente e velocemente a dati e programmi da ogni luogo (“Galactic Network”). L’iniziale progetto venne affidato dal Dipartimento della Difesa ad ARPA (Advanced Research Project Agency) che pose Licklider alla guida del programma di ricerca. Tra il 1962 e il 1964 Paul Baran, un ingegnere alle dipendenze della RAND Corporation e figura in stretto rapporto con ARPA, elaborò 11 rapporti dedicati al problema di come costruire una rete di telecomunicazioni in grado di “sopravvivere” in caso di guerra nucleare e di attacco al territorio americano da parte di forze nemiche ed è da questi rapporti che è sorto per la prima volta il termine di “rete distribuita”, un concetto basilare nel successivo sviluppo delle reti telematiche e di Internet. Una rete distribuita è caratterizzata da una topologia a ragnatela e non esiste una gerarchia preordinata di nodi. Nel 1965, Lawrence G. Roberts e Thomas Merrill misero in comunicazione due computer mediante una linea telefonica a bassa velocità creando la prima (anche se piccola) rete di computer a larga area della storia. Venne creata poi una rete di 4 nodi (inizio della rete di comunicazione ARPANET) la cui struttura era basata sul precedente concetto e sulla pariteticità dei nodi (peer to peer). Nuovi computer vennero collegati rapidamente ad ARPANET nel corso degli anni successivi mentre procedeva il lavoro di completamento di un protocollo completo per la trasmissione dei dati da un computer all'altro (Host-to-Host). Nel dicembre del 1970 il Network Working Group (NWG) completò il protocollo iniziale Host-to-Host di ARPANET, chiamato Network Control Protocol (NCP). La prima vera dimostrazione pubblica di ARPANET avvenne all'International Computer Communication Conference (ICCC) nel 1972. La trasmissione dei dati all’epoca era però particolarmente condizionata dai componenti hardware e dai sistemi operativi utilizzati; ARPAnet era così vincolata a particolari infrastrutture di calcolo e comunicative. I limiti furono presto superati grazie allo sviluppo di un protocollo ideato da Robert Kahn e Vint Cerf per la trasmissione dei dati, il tcp/ip (Transmission Control Protocol/Internet Protocol), lo stesso protocollo che tuttora viene utilizzato per internet. In virtù del loro lavoro nella definizione di “Internet Protocol” Vint Cerf e Bob Khan sono oggi riconosciuti come i “padri” di Internet. L’Internet Protocol Suite, completata negli anni ’70, era in sintesi un mezzo flessibile per la comunicazione tra “mezzi di trasmissione” eterogenei. Dopo questa particolare innovazione ARPAnet divenne predominio dei ricercatori universitari che lavoravano per il Pentagono, la comunità scientifica che si accorse per prima della grande utilità nell’utilizzo remoto di supercalcolatori per scopi di ricerca e comunicazione tra le varie università americane. La mole di informazione crebbe a tal punto che nel 1984 ARPAnet venne scissa in due reti ben distinte: Milnet per scopi militari ed Arpanet per scopi scientifici. Symbolics.com, assegnato il 15 marzo 1985 fu il primo dominio registrato. Altri domini della prima ora furono: cmu.edu, purdue.edu, rice.edu. Il Dipartimento della Difesa Americana smise di finanziare il traffico interuniversitario ed il compito di gestione venne assunto dal National Science Foundation, che diede vita a NSFnet. Nel 1985 la rete scientifica cambiò nome in Internet e le stime mostravano 326 computer collegati dei quali 16 fuori dagli Stati Uniti. Tim Berners-Lee del World Wide Web Consortium (W3C) in cooperazione con il CERN, l'organizzazione europea per la ricerca nucleare che ha base in Svizzera, scrisse nel 1990 il primo GUI browser, e lo chiamò "world wide Web". Berners-Lee viene infatti considerato unanimemente l'inventore del World Wide Web, 'WWW' o 'Web' come abbreviazione. Lo sviluppo dei browser significava che non solo chi stava all'interno delle università o dei dipartimenti di ricerca puteva accedere a documenti su Internet, ma questi documenti potevano essere accessibili in tutto il Paese, e anche in tutto il Mondo, da chiunque avesse avuto accesso ad un computer e ad un modem. Le semplici operazioni di un browser Web rendono inoltre possibile l'accesso a documenti sul Web da parte di utenti privi di alcuna conoscenza tecnica. Nel 1990 erano collegati in rete circa 1000 calcolatori e tre anni dopo, nel 1993, la cifra divenne 20 volte superiore. Tutto questo fu possibile grazie alla liberalizzazione di Internet in ambiti accademici e scientifici e alla diffusione del sistema operativo Unix nella versione Berkeley, strumento storicamente in relazione con la rete stessa sin dalle sue prime fasi di sviluppo. I vincoli iniziali vietavano l’utilizzo della rete per scopi differenti da quelli scientifici e molte compagnie interessate furono spinte ad entrare in stretta correlazione con le università nell’ambito della ricerca per superare questi limiti; generando un processo evolutivo che portò alla copertura capillare del pianeta. Le barriere vennero abbattute e si diede libero campo alle iniziative private e all’uso della rete per scopi variegati. Le autostrade dell’informazione (Information Highways), così come venne definita Internet, erano un obiettivo fondamentale nella campagna politica di Al Gore, un sogno che divenne realtà con il suo incarico a vice-presidente degli Stati Uniti durante il governo Clinton. Gli Stati Uniti erano consci del loro vantaggio tecnologico e dell’opportunità che detenevano nello sviluppo di queste strutture globali. La posta in gioco era composta da ingenti capitali economici ma l’interesse di modellare a loro immagine e somiglianza l’intera cultura moderna era l’elemento maggiormente perseguibile. La Comunità Economica Europea avviò il suo cammino in modo differente con la speranza di seguire un comportamento equilibrato nelle sue scelte decisionali. Per approfondire lo sviluppo di Internet in Europa e sopratutto in Italia clicca qui.























































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