Bryce Canyon

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Partendo da Las Vegas ci siamo diretti al Bryce Canyon, passando per lo Zion National Park e percorrendo una delle strade più spettacolari degli USA, la mitica UT12 Scenic Route. In poco più di un paio d’ore si arriva allo Zion National Park, nello Utah. Da queste parti si respira pace e tranquillità, sarà che provenivo da Las Vegas dove tutto è ostentato, di facciata; sarà che appena entri nello Utah ti accorgi di essere arrivato in un altro mondo. La gente nello Utah non ha mai fretta, nessuno corre; sembra che lo stress non sia stato mai esistito. E' una sensazione strana quella che si prova già a Springdale, la bellissima e raffinata cittadina che si incontra ad un paio di miglia fuori dal parco. Tutti parlano in modo pacato e ti infondono una tranquillità quasi irreale. Se avete un problema e glielo illustrate, loro con calma olimpica lo risolvono. Ti accorgi che forse in questa zona hanno capito che anche i singoli secondi vanno vissuti e assaporati. Qui le rocce hanno un’affascinante colore rossastro in netto contrasto con il blu del cielo. La stessa strada che conduce al parco e che attraversa tutta Springdale è di color rossastro, in modo da non profanare tanta bellezza. Questo parco,e anche Bryce, nonostante siano essenzialmente dei Canyon, sono ricchissimi di vegetazione e corsi d'acqua. Questo crea dei giochi cromatici stupendi tra le rocce rosse ed il verde della natura.

Esistono una miriade di percorsi da fare. Dai più semplici che costeggiano il fiume come il Riverside Walk, a quelli intermedi degli Emerald Pools, fino a quelli da professionisti di Angel's Landing che vi porta sulla sommità del monte. Noi essendo solo di passaggio, ci siamo fermati al Visitor Center e da li con un comodo pulmino turistico, abbiamo fatto una sorta di visita guidata, con il renger ben felice di illustrare le bellezze del parco.

Sono previste otto fermate, ognuno può scendere e risalire dove gli pare. Noi siamo scesi allo Zion Lodge, e ci siamo rilassati sotto una pianta, in un bellissimo prato davanti al Lodge, godendo del panorama tutt’intorno. Dopo pranzo ripartiamo in direzione Bryce Canyon, anche se ripensandoci, una notte allo Zion e più tempo per visitare il parco sarebbe stato l’ideale. Se qualcuno mi chiedesse quale strada mi è piaciuta di più, gli risponderei senza ombra di dubbio quella che congiunge Zion a Bryce. Due ore di viaggio che non si vorrebbe finissero mai. Strade con asfalto rossastro, tornanti tra archi di rocce e tutto intorno tantissima vegetazione a fare da cornice. Si viaggia praticamente su un grande altipiano, si attraversa poi il Red Canyon, una formazione di rocce rosse che lambiscono la strada colorando tutto il tragitto. Ma non è solo la presenza di montagne ai lati a dare a questa strada un qualche cosa di suggestivo e magico. Capisci che sei veramente nel lontano west che tante volte hai sentito dire, ma che non sei mai riuscito a spiegare perché avesse questo fascino. E' un mix di pascoli, di cow boy che galoppano liberi, di campi che si perdono a vista d'occhio il tutto incastonato con in lontananza le rocce rosse del territorio. Questo è lo scenario che si scolpisce nelle pupille e nel cuore di chi viaggia in quella parte dello Utah. E' un mix di aromi e sensazioni che aiutati dalle note di John Denver vi fa sentire come in Paradiso.

Come per incantesimo capisci il vero senso del termine libertà. Perché in quella parte di mondo il tempo scorre più lento, perché la gente del posto ha sempre il sorriso sulla bocca, perché non esistono crisi politiche o finanziarie, tutto scorre secondo i ritmi della natura. Tutto inizia all'alba e termina al tramonto. Ora capisco perché in USA il limite di velocità è tanto basso, altrimenti non si farebbe in tempo ad assaggiarne gli ingredienti migliori. Rimboccata la US89 scorgiamo in lontananza, sulla destra, le rosse rocce del Red Canyon; è lì che dobbiamo andare, da quel punto inizia la Utah 12. E’ facile confondersi in America con il numero delle strade, ma è impossibile accomunarne ogni altra alla UT12. Considerarla semplicemente una Scenic Byway è senza dubbio riduttivo; sto parlando di 124 miglia circa di piccoli paesini, parchi naturali, passi di montagna, cascate nascoste e ogni altra cosa che possa emozionare. Asfalto liscio come un biliardo, guidare qui è quasi un sogno; la UT12 ci dà il benvenuto con lo scenografico Red Canyon. Piccoli tornanti fungono da piccola guida all’interno di questo paesaggio quasi irreale da quanto è rosso. Il cielo sta volgendo al variabile e i giochi dei raggi di sole esaltano ancora di più i rossi pinnacoli del canyon; le corte gallerie, o meglio archi, scavati sopra la strada, rendono il tragitto un vero documentario naturale. Non ho mai visto tante piazzole di sosta come sulla UT12, quasi a rendere più agevole il compito dei turisti tutti presi nel cercare di incorniciare le meraviglie locali. Dopo tutto questo ben di Dio, eccoci al Bryce Canyon, nel tardo pomeriggio, considerando anche che con il fuso orario si perde un’ora provenendo da Las Vegas. Bryce Canyon ha un fuso orario di -8 ore rispetto all'Italia. Situata a circa duemila metri di altezza ha un clima fresco e piacevole in estate, freddo in inverno. Se non si vuole dormire nel lodge interno al parco la soluzione quasi obbligata è quella di fermarsi al Bryce Village, non si può parlare di un semplice hotel, ma di un insieme di strutture a supporto dei turisti. Negozi, ristoranti, general market, campo per rodeo e tutto per le escursioni. E poi ristorante, fast food e una sala dove potrete prenotare tutti i tipi di escursione possibili ed immaginabili. Una buona scelta, garantita.

Lasciamo le valigie in camera e ci inoltriamo nel parco per goderci il tramonto dal Susnset Point. Il giorno dopo siamo pronti per visitare questo parco davvero unico. Mano a mano che ci si avvicina alla meta si cerca di scorgere il parco che tante volte ho visto in foto, tante volte ho ammirato su internet e ancor più volte ne ho letto le sue bellezze. Ma nulla. Ti aspetti, in ossequio al suo nome, un canyon con le celebri formazioni rocciose, gli hoodoo. Allora entri nel parco con ansia, lasci l'auto nel parcheggio e vedi che tutti i turisti si fermano lungo un corri mano di legno; ti affacci e rimani a bocca aperta.

Non è un canyon, ma un insieme di "anfiteatri" scavati nella roccia di questo immenso plateau. Fate conto che un pavimento immenso di roccia si sbricioli e al suo interno il tempo crei tante guglie rosse, gialle o arancio. L'impatto è notevole, Bryce è immenso, maestoso e unico. Però è tutto raccolto lì, come un cofanetto pieno di gioielli. Allora cerchi di salire fino al vista point più alto (mi sembra fosse Bryce Point, comunque intorno ai 2600 metri di altezza) perché vuoi immortalarlo e portarlo via con te. Ma tutto è inutile, nonostante le foto siano venute benissimo, manca la profondità, la maestosità. Ti senti così piccolo, fino a pochi secondi prima credevi che il mondo ti girasse intorno e invece ti accorgi che sei solo un accessorio! Ma dopo pochi minuti il vista point, come sempre, ti risulta stretto. Hai voglia di passare in mezzo a tutte quelle colonne.

Bryce offre talmente tante escursioni che dovrete pianificare bene il tutto se non volete perdervi nei suoi sentieri. I tragitti variano in lunghezza e difficoltà: dal Rim Trial, praticamente un percorso che congiunge tutti i vista point più frequentati (Sunset, Sunrise e Bryce) fino al Fairyland Trial che vi porta a vedere il parco da una posizione defilata. Il Navajo Loop Trial er a chiuso per pericolo di caduta massi. Noi abbiamo percorso tutto il Rim Trial, faticoso, ma ne vale la pena. Si attraversa una specie di un canyon strettissimo fino arrivare in fondo alla valle, dove si trova una rigogliosa vegetazione, per poi risalire fino ai vista point più famosi. Il Bryce Canyon è uno di quei posti che non si possono dimenticare.

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