New York

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New York è la città più popolosa degli Stati Uniti d'America, situata nell'omonimo stato, conta oltre 8 milioni di abitanti. Divisa amministrativamente nei 5 "distretti" o "circoscrizioni" (boroughs) di Manhattan, Bronx, Queens, Brooklyn e Staten Island, che a loro volta sono divisi in decine di quartieri.

Manhattan, la zona più famosa e popolare, è un'isola su cui sorge l'omonimo distretto (borough) della città di New York, di cui costituisce il nucleo storico. Il distretto di Manhattan è poi diviso in diversi quartieri (neighborhoods) raggruppati in 12 circoscrizioni (Manhattan Community District). Di seguito una cartina con i principali quartieri.

L'inizio del nostro viaggio non è stato dei migliori: Malpensa, due ore di fila al chek-in per carenza del personale di terra, rulli trasportatori delle valigie guasti, un'ora di ritardo in partenza, coincidenze saltate e valigie smarrite. Meglio di cosi! Prenotando il volo un mese prima della partenza, non siamo riusciti ad ottenere che un volo scadente con la Swiss Air da Malpensa. Il consiglio è ovviamente quello di prenotare con un po' di anticipo e con una compagnia seria, con la British per esempio non abbiamo mai avuto problemi di questo tipo. Dopo aver compilato i moduli all'ufficio bagagli smarriti, lasciamo l'aereoporto JFK e ci dirigiamo verso Manatthan. L’aeroporto John Fitzgerald Kennedy è lo scalo più importante di New York e vi atterrano sia voli nazionali che voli internazionali provenienti da qualsiasi paese del mondo. Si trova nel quartiere di Queens e possiede ben 9 terminals. Dista circa 19 km dal centro di Manhattan.

Le possibilità per il trasferimento verso l’isola di Manhattan sono molte e per tutte le tasche. Tutti consigliano il taxi, ma in realtà i mezzi pubblici sono altrettanto comodi, sicuri e meno costosi se non si arriva in orari assurdi della notte. Tutti i terminals dell'aereoporto sono collegati mediante un “treno” chiamato Air Train, che si può prendere all’esterno di ogni struttura.

Se ci si limita a viaggiare tra i terminals, ad esempio per un cambio di volo, l’AirTrain è gratuito; lo si paga solamente se si esce dall’area aeroportuale e si va verso Jamaica Station o Howard Beach Station. Fuori dal terminal di arrivo si può prendere l’AirTrain con capolinea “Howard Beach” e da lì utilizzare la metropolitana (linea A) che serve la zona bassa di Manhattan (Lower Manhattan) e tutta la zona ovest dell’isola. I costi sono di 5$ per l’AirTrain che si paga quando si scende, più il costo del viaggio in metro (sui 2$ a viaggio). La seconda possibilità è quella di prendere l’AirTrain con capolinea “Jamaica Station”, poi la metro linea J - Z che però serve solo la parte bassa di Manhattan oppure la linea E che arriva in punti strategici di Midtown. I costi sono i medesimi della prima possibilità (5$ AirTrain + 2$ Metro). Noi abbiamo preso l'AirTrain per “Jamaica Station” + Metro linea E, il viaggio raggiunge luoghi centrali di Manhattan e il tempo di percorrenza è minore rispetto alle altre possibilità di questo tipo. Contare comunque 60-75 minuti per raggiungere il centro di Midtown. L'hotel che abbiamo prenotato è in pieno centro, nei pressi di Time Square. A New York la posizione è importante sia per la comodità che per la sicurezza. Time Square è molto frequentata sia di giorno che di sera, ci sono poi decine di ristoranti, fast food e locali dove fare colazione. E' inoltre un ottimo punto di partenza per visitare la città. Arriviamo in Hotel che è ormai sera. Salire dalla metropolitana e trovarsi in mezzo ai grattacieli di midtown è davvero emozionante, ti senti veramente una formica. Facciamo senza problemi il check-in in hotel; Stay, è molto bello, la stanza piccola (come quasi in tutti gli hotel di NY) ma ben organizzata e pulita, il letto era un queen size comodo. Prima di dormire ci concediamo quattro passi in Broadway e nella coloratissima Time Square. Luci, maxi schermi ed insegne luminose ovunque, un bombardamento mediatico e pubblicitario in ogni punto. Questo luogo è famoso in tutto il mondo per il countdown finale che viene fatto ogni anno al 31 dicembre, caratterizzato da fuochi d'artificio maestosi e coloratissimi. Inoltre in questa piazza, a Natale, si trova il bellissimo e imponente abete di Natale, che chissà quante volte abbiamo visto in tv.

Time Sqaure prende questo nome nel 1904 quando il New York Times vi costruì un grattacielo di 25 piani. Il NYT celebrò il suo arrivo con una festa di fuochi d'artificio a capodanno, tradizione che ancora si ripete appunto. La cattiva reputazione di Times Square risale agli anni '70 a causa della vicina 42ema malfamata, ma dagli anni '90 grazie alla cura Giuliani e ad ingenti investimenti è stata ripulita. Il Theater District trova in queste strade le sue origini nel 1883 quando il trasferimento della Metropolitan Opera House a Broadway attirò teatri e ristoranti. Oggi Broadway con le sue mille luci è la strada più lunga della città a nord della 42ema. La giornata è stata lunga, siamo stanchi e anche un pò arrabbiati per i bagagli persi, complice il fuso orario, decidiamo di rientrare in hotel e farci una bella e meritata dormita. Il giorno seguente alle ore 6 del mattino, mezzogiorno in Italia, eravamo già svegli, una doccia calda, e via a fare colazione dal famoso Starbucks, la giornata sarà lunga, e tante sono le cose da vedere. Fare colazione negli Stati Uniti è piuttosto caro. In Italia siamo abituati al classico cornetto e cappuccino al bar, per i quali spendiamo al max. 3 euro. Negli USA si spende in media 6, 7 euro a persona in corrispettivo. Si possono trovare anche qui tutte le varie bevande calde, e un' infinità di brioches, torte (cake), muffins e biscotti (cookies). Bisogna ricordare che ogni cosa che si acquista negli States, presenta un costo privo di tassa, quindi quando si va alla cassa, preparare sempre del denaro in più da aggiungere alla cifra esposta (circa il 10%). Ironia della sorte, terminiamo di fare colazione ed inizia a piovere. In pochi minuti, il diluvio. Inutile dire che l'ombrello era rimasto nella valigia "andata dispersa", così entriamo in un gift shop, e acquistiamo due semplici impermeabili, che poco faranno, ci siamo comunque ben inzuppati, ma poco importa, siamo a New York e non sarà di certo un temporale a fermarci. Prima tappa della giornata, ovviamente sotto l'acqua, il Rockefeller Center, una vera e propria città dentro la città. Esso si trova tra la 5a e la 6a avenue e la 48ema e la 51esima st.

Il complesso venne realizzato tra il 1932 e il 1939, e inizialmente era composto da 14 strutture in Art Deco. Ora è formato da 19 edifici anche se gli ultimi non possono vantare la bellezza delle strutture originarie. Il Rockefeller Center è il cuore di Midtown Manhattan e brulica di gente sia di giorno che di notte. Esso oltre dagli edifici è composto da giardini, ristoranti e negozi. A fianco della Tower Plaza (5a Ave fra la 49esima e la 50esima), c'è la famosa statua dorata di Prometeo, circondata da fontane a getti d'acqua che fanno da cornice alla sua mano fiammeggiante. Durante la primavera e l'estate la Plaza ospita un elegante caffè all'aperto, durante l'inverno invece si trasforma in pista di pattinaggio, anche questa celebre per essere apparsa in tanti film.

Tra le altre cose da vedere troviamo il Radio City Music Hall, sfuggito alla demolizione nel '79, il Radio City Music Hall, ora completamente ristrutturato, rappresenta uno dei centri di intrattenimento più famosi della Grande Mela, e con i suoi 5.874 posti a sedere rimane a tutt'oggi uno dei più grandi teatri/cinema del mondo. Proseguiamo sulla Fifth Avenue, la strada più famosa di New York, rinomata in tutto il mondo, lungo la quale ammirare i suoi palazzi più famosi. Alla fine dell'Ottocento le famiglie d'alta classe facevano costruire in questa strada le loro abitazioni. Oggi è la meta più ambita per lo shopping.

Lungo la Fifth Avenue ci sono vari posti assolutamente da non perdere:

Arrivati all' Army Plaza le tante romantiche carrozze trainate da cavalli, ci fanno capire di essere arrivati a Central Park. Si può visitare il parco a bordo di queste, ma crediamo che sia meglio usare le proprie gambe, e tenere i dollari per altre attrazioni. Il Central Park è una delle zone che non si può non vedere andando a Manhattan. E' bellissimo in ogni stagione, in quanto offre al visitatore una gamma di colori e vedute sempre suggestive. Possiamo distinguere due zone di del parco: la parte settentrionale dall'81th a Central park north dove si possono osservare le zone più suggestive, soprattutto nella parte circostante il Jackie Onassis Reservoir;

e la parte meridionale, che va da Central Park south alla 81th circa, dove si trovano alcune delle attrazioni più famose.

Vediamo quali sono alcuni dei punti che vi consigliamo senz'altro di visitare durante una vostra passeggiata. Se non siete molto esperti ed avete paura di perdervi non temete orientarsi è semplice, ed se proprio non riuscite a trovare la strada, raggiungete il lampione più vicino e leggete le cifre riportate sopra: le prime due indicano il numero della strada più vicina. E' bene visitarlo di domenica, come abbiamo fatto noi, perché negli altri giorni della settimana il parco è aperto al traffico di auto e mezzi pubblici. Munirsi sempre di una guida prima di entrare, perdersi è il minore dei rischi, al contrario è bene seguire i giusti tragitti per poter vedere i punti più belli e interessanti del parco, che in modo autonomo o casuale, potreste non trovare. E' abbastanza strano e insolito camminare in un parco pieno di verde, alberi, cespugli, fiori, laghetti, e anche di piccoli animali, come gli scoiattoli, e poi alzare lo sguardo, e notare in lontananza gli alti grattacieli di New York. E' un angolo (per così dire, perché è immenso) di natura incontaminata, nel mezzo della caotica e frenetica metropoli americana. Nonostante il brutto tempo, siamo riusciti nei momenti di tregua concessi dal tempo, a vedere le cose più importanti.

Di seguito un'elenco di quello che vale la pena di vedere a Central Park:

La pioggia si fa sempre più fitta, decidiamo pertanto di lasciare Central Park, con l'intento di tornarci in un secondo momento. Optiamo per la visita di un posto al chiuso, Macy's, un grosso centro commerciale su 10 piani, nel quartiere Garment District, dove si possono trovare capi d' abbigliamento, calzature, accessori, oggetti d'arredamento, e gli immancabili fast food. Ci sono le migliori marche, americane ed europee, a prezzi variabili. Ricordiamo comunque, che negli Stati Uniti esistono dei fantastici outlet, dove poter fare acquisti convenienti, e poter risparmiare parecchio rispetto al prezzo originale. Ad ogni modo abbiamo acquistato tre pezzi di biancheria intima di Armani, per un totale di 43 dollari, 32 euro circa, ne è valsa la pena. Usciti dal centro commerciale, visto il miglioramento del tempo, abbiamo deciso di andare a visitare, poco distante, il grattacielo più alto e famoso di New York: l'Empire State Building. Si accede al palazzo dalla 5 th. Ave. Dopo l’11 settembre, l’Empire State Buiding è divenuto il grattacielo più alto di New York nonché simbolo della città. Dall’alto dei sui 443 metri, l’Empire domina lo skyline cittadino ed offre ai sui visitatori vedute mozzafiato.

Ogni giorno migliaia di visitatori fanno ore di fila per poter giungere sino alla cima, una bella attesa che viene però ricompensata da un panorama strepitoso: dall’empire è possibile ammirare tutta la città e anche oltre i confini dello stato, sino in New Jersey, se la gironata è limpida si arriva a vedere fino a 130 km di distanza; quanto al momento migliore per la visita, il consigliuo è quello di andare sia di giorno che di notte. Ogni anno si tiene la popolare gara dell’Empire State Run-Up dove diversi sportivi si sfidano nella salita del grattacielo via scale. Non vi preoccupate, per i visitatori ci sono gli ascensori! Il grattacielo è inoltre famoso per la scena di King Kong in cui lo scimpanzé gigante si arrampica fino alla cima attaccandosi sull’estremità in metallo. Il giorno successivo è il momento della statua della libertà. Per poterla visitare occorre prendere l’apposito traghetto per Liberty Island ma preparatevi a fare una bella fila per poter salire a bordo; tra l’altro prendendo il battello è anche possibile godere di splendide vedute della città. Esistono altri battelli che non scendono a Liberty Island ma che ci passano solo vicini, molto meno fila e un giro molto suggestivo che vi porta fin sotto al ponte di Brooklyn; bello ma non potete visitare la Statua.

Progettata e costruita a Parigi su progetto di Frédéric Auguste Bartholdi e realizzazione ingegneristica di Gustave Eiffel, essa fu donata dai francesi agli Stati Uniti d'America (e ivi assemblata) nel 1886 in commemorazione della dichiarazione d'Indipendenza di più di un secolo prima, e in segno di amicizia tra i due popoli. Svetta all'entrata del porto del fiume Hudson, sulla rocciosa Liberty Island (un tempo Bedloe's Island), come ideale benvenuto a tutti coloro che arrivano negli USA. La gigantesca statua femminile consiste in un'armatura di acciaio rivestita di lastre di rame. Con un’altezza di 93 metri la statua della libertà è ben visibile dal porto di New York e recentemente è stata riaperta la visita sino alla torcia che dopo l’11 settembre non veniva più concessa. Solitamente il battello fa sosta anche a Ellis Island, ex punto di accoglienza e smistamento per gli immigrati che venivano visitati e se ritenuti non idonei rimandati a casa dopo estenuanti viaggi in barca nell’oceano Atlantico.

Il porto di Ellis Island ha accolto più di 12 milioni di aspiranti cittadini statunitensi che all'arrivo dovevano esibire i documenti di viaggio con le informazioni della nave che li aveva portati a New York. Medici del Servizio Immigrazione controllavano brevemente ciascun emigrante, contrassegnando sulla schiena con un gesso, quelli che dovevano essere sottoposti ad un ulteriore esame per accertarne le condizioni di salute. Chi superava questo primo esame, veniva poi accompagnato nella Sala dei Registri, dove erano attesi da ispettori che registravano nome, luogo di nascita, stato civile, luogo di destinazione, disponibilità di denaro, professione e precedenti penali. Ricevevano alla fine il permesso di sbarcare. I "marchiati" venivano inviati in un'altra stanza per controlli più approfonditi e come già accennato qualcuno di loro era costretto a tornarsene da dove era venuto. Sia ad Ellis Island che a Liberty Island è possibile noleggiare una comoda audioguida, che spiega la storia delle due isole e da voce ad alcuni emigrati che raccontano la loro storia. Davvero interessante ed emozionante, permette davvero di capire cosa rappresentano questi due “monumenti nazionali” per gli immigrati che approdarono negli USA negli anni passati. Tornati sulla terra ferma visitiamo Wall Street il cuore pulsante dell’economia americana e non solo. All’imbocco di Wall Street sorge la graziosa chiesa “Trinity Church” che senza dubbio va a cozzare con l’imponenza e la maestosità dei grattaceli della zona finanziaria, uno stile ed un’architettura che stacca fortemente rispetto al contesto; fu costruita nel 1846 in stile gotico ed inizialmente era l’edificio più alto della città, a vederla oggi proprio non si direbbe.

Una visita merita ovviamente anche il World Trade Center o meglio quello che ne rimane; una voragine enorme che da un profondo senso di vuoto. New York non si è ancora ripresa dallo shock. E’ sostanzialmente tutto un grosso cantiere, gru e operai che lavorano giorno e notte. Poco distante merita una visita la St Paul's Chapel, che è la chiesa più antica di Manhattan e anche il più antico edificio ancora in uso, risale al 1766. Ci veniva a perfino George Washington, e la panca su cui si raccoglieva in preghiera viene conservata ancora oggi con una grande venerazione. Ma sopra ad ogni altra ragione, St. Paul's Chapel resterà famosa per esser servita come base d'appoggio ai volontari che operarono per mesi e mesi tra le macerie delle torri gemelle. Al suo interno si trovano le brandine usate per i soccorsi,le divise dei pompieri,le foto dei morti e tanti tanti ricordi. Un altro giorno è passato, ma le cose da vedere sono ancora tante, cosi decidiamo di acquistare un biglietto valido per 48 ore del mitico pulman a due piani della Sightseeing.

Ci sono tre diversi giri diurni (loop), uno notturno, e decine di fermate. Per 48 ore puoi scendere e salire da qualsiasi pulman Sightseeing, in qualsiasi fermata, il tutto a poco più di 60$ a testa. Molto comodo e pratico ed inoltre su ogni tratta c’è sempre un cicerone pronto a raccontare aneddoti curiosi. La linea verde ci consentirà cosi di raggiungere velocemente tutti i punti della parte sud di Manhattan.

Si attraversa ChinaTown, quartiere ampio, molto colorato e vivace. La zona è in costante espansione ed è costellata di ristoranti e negozi. Potrete acquistare tante “cianfrusaglie” e prodotti contraffatti in vero stile made in China. Spesso i venditori non sono neanche cinesi ma indiani e pakistani. Si passa poi da little Italy, primo e vero centro italiano d’america, oggi ne è più che altro rimasto il nome. I tanti ristoranti che sorgono nella zona hanno ben poco di italiano. Altamente suggerita la fermata nei pressi del New York City Hall, il Municipio di New York, anche perché molto vicino al ponte di Brooklyn, che ovviamente va assolutamente attraversato a piedi. Il City Hall è posto al centro del City Hall Park ed è il più vecchio municipio degli Stati Uniti che ancora è adibito alla sua funzione originaria. A piedi, in pochi minuti si raggiunge il ponte di Brooklyn, o Brooklyn Bridge. E’ un ponte sospeso della lunghezza di 1825 metri complessivi che collega la east side di Manhattan con il quartiere di Brooklyn. Inaugurato nel 1883, la sua costruzione impiegò ben 13 anni. Ed infatti, per le tecnologie disponibili all'epoca, si trattava di un'opera faraonica. A quell'epoca era infatti il ponte sospeso più lungo al mondo.

Il ponte è su due livelli. Al livello base si trovano le corsie per le automobili che si spostano da Brooklyn a Manhattan e viceversa (circa 145.000 al giorno); la corsia superiore, molto più stretta, è invece riservata a pedoni e ciclisti. Dal punto di vista turistico merita una menzione lo splendido skyline di Lower Manhattan che si può ammirare dal ponte. Altra fermata obbligatoria è al porto della South Street. Praticamente ai piedi del ponte di Brooklyn, un po' più al sud sulle rive di Manhattan, “nasce” tra i grattacieli e i grandi edifici, un piccolo quartiere che sembra di pescatori, accanto a un porto che sembra preso da un film, dove non è difficile vedere ormeggiati splendidi velieri. Li difianco c'è un piccolo centro commerciale. Quando c'è bel tempo, è uno dei posti migliori per bersi qualcosa nelle terrazze, guardando il ponte di Brooklyn in tutta la sua imponenza. Da questo punto è possibile anche prendere il pulman della linea rossa Sightseeing, che vi porterà a spasso per il distretto di Brooklyn. Noi ci siamo fatti un giro panoramico senza scendere ad alcuna fermata, il tempo a disposizione purtroppo non è infinito. Molto suggestivo anche il giro notturno per Manhattan che vi porterà ad ammirare la skyline dalle rive di Brooklyn, davvero unico.

Il giorno successivo ci inoltriamo a piedi nelle viuzze e nei viali del Greenwich Village. Questa zona a sud della 14ma strada e ad ovest di Broadway in passato è stata il centro dei ribelli, anti-conformisti, beatniks, bohemienns e artisti vari. Qui si respira aria parigina! Troverete file di case attaccate una all’altra con piccoli giardini, negozi dell’usato, migliaia di bar e ristoranti. Alla fine dell’800, il Greenwich Village era l’epicentro dell’arte e della musica di New York. Artisti e musicisti di tutto il mondo venivano qui nel Village per trovare persone simili a loro, ispirazione e case a prezzi accessibili.

Dopo la seconda guerra mondiale, il Greenwich Village è stato invaso dal “Beat Movement”. I Beatniks, con la loro filosofia del “vivi e lascia vivere” passavano giornate nei caffè, jazz clubs e leggendo poesie nei forum aperti del Village. Nelle strade del Village ci sono passati tanti musicisti, scrittori e attori famosi, come Bob Dylan, Jimi Hendrix, Edgal Allan Poe e Mark Twain. MacDougal Street è una strada non molto lunga e a senso unico del Greenwich Village ed è stata protagonista di tanti poemi e canzoni. Il pomeriggio lo dedichiamo invece al Chrysler Building e al palazzo dell’ONU, poco distante. Il Chrysler Building è un altro grattacielo distintivo di New York City, nato da quella folle gara a costruire l'edificio più alto al mondo che contraddistinse New York negli anni 20 e che oggi ci permette di ammirare lo skyline di Manhattan. Nonostante oggi il Chrysler Building sia ancora il secondo edificio più alto di New York City esso detiene molti primati; fu, ad esempio, il primo edificio a superare quota 1000 piedi. A parte le gare di altezza il Chrysler Building è ricordato soprattutto per la sua spettacolare guglia Art Deco

Le Nazioni Unite o Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), è un organismo internazionale che raccoglie la quasi totalità degli stati del pianeta (192). La sua sede è il Palazzo di Vetro che si trova a Manhattan, in un complesso di edifici tra la 42-esima strada e la 48-strada, affacciato sul East River. Il complesso architettonico ospita l'ONU dal 1952, anno in cui venne completato. Venne costruito sfruttando un generoso contributo (pari a 8.5 milioni di dollari) da parte di John D. Rockefeller. La zona, sebbene rimanga di proprietà degli Stati Uniti d'America, gode dei diritti di extraterritorialità, in maniera molto simile a quello che accade per le ambasciate. E' formato da tre edifici principali: il Segretariato, ospitato nel Palazzo di Vetro, un edificio di 39 piani opera di Oscar Niemejer; senza dubbi l'edificio più caratteristico e più importante dell'intero complesso; Il Palazzo dell'Assemblea Generale dove tutti i membri dell'organizzazione si riuniscono e la Dag Hammarskjold Library. Da veder e la stanza dell’Assemblea Generale, la Campana della Pace ottenuta dalla fusione delle monete di 60 paesi ed il Consiglio di Sicurezza dove i rappresentanti dei paesi membri si riuniscono attorno ad un tavolo a forma di ferro di cavallo. Se vi avanza tempo vi consiglio la visita alla biblioteca pubblica, la famosa New York Public Library,, una delle più grandi del mondo. Possiede una enorme collezione che ha richiesto infatti un progetto ambizioso di ampliamento affidato all’architetto inglese Norman Foster. L'edificio riproduce l'architettura di un tempio classico ed è stato inaugurato nel 1911. Nell'entrata principale troviamo due statue in marmo che raffigurano due leoni, fontane come simbolo di verità e bellezza e alberi di bronzo. Tra i volumi di maggior pregio della Biblioteca Nazionale si trovano la Bibbia di Gutenberg e una lettera scritta da Cristoforo Colombo nel 1493, la prima edizione dei manoscritti di Shakespeare del 1623 e il primo libro inglese pubblicato in America, Bay Psalm Book, del 1640. Non è però possibile prendere in prestito nessuno dei tre milioni di libri contenuti nella biblioteca.

Un modo molto comodo per visitare la parte nord di Manhattan è ancora una volta il pulman Sightseeing, liena viola.

Costeggiando Central Park e alcuni dei musei più famosi della città vi inoltrerete nell’Harlem, il famosissimo quartiere nero. E' generalmente identificato nella zona che si trova tra il fiume Hudson ed il fiume Harlem e tra la 96-esima e la 155-esima strada. Nella seconda metà del 1600 gli olandesi, che colonizzarono la zona, fondarono la cittadina di New Harleem in onore proprio di Harleem, città olandese. La zona venne ben presto coltivata ed comparve un discreto numero di fattorie. Per circa duecento anni Harlem fu sostanzialmente abitata da olandesi fino a che a metà dell'800 cominciarono ad arrivare numerosissimi coloni irlandesi, inglesi e tedeschi da New York che stava vedendo una incredibile espansione demografica. Attorno al 1880 il nuovissimo e, per l'epoca, avveneristico collegamento ferroviario con New York diede nuovo impulso allo sviluppo di Harlem, tanto da farlo divenire uno di quartieri più eleganti della città, e lo si può ancora notare dalle belle case che si possono ammirare. Piccoli gruppi di afroamericani viveva ad Harlem già dal 1880, ma nella prima parte del 1900, a causa della forte stagnazione economica, moltissimi afroamericani, attratti da una vita migliore, cominciarono a trasferirsi dal sud del paese verso il nord e molti si fermavano ad Harlem anche grazie ad affitti estremamente bassi ed alla grande abbondanza di abitazioni. La crisi del 29 poi rese il tasso di disoccupazione del quartiere vicino al 50% con conseguenze drammatiche. I bassissimi investimenti immobiliari che si possono contare nel quartiere tra il 1910 ed il 1990, oltre che ad una bassa cultura e reddito della popolazione hanno poi contribuito a degradare completamente il quartiere e ad attribuirgli la sua nomea. Durante gli anni compresi tra il 1920 ed il il 1936 Harlem divenne la capitale mondiale del Jazz. Numerosissimi gli artisti di fama internzaionale, afroamericani e non, che calcavano queste strade. Da Louis Armstrong a Ella Fizgerald. Dagli anni 80 l'amministrazione comunale ha iniziato un impegnativo programma di ristrutturazione con l'intento di rendere l'intero quartiere meno degradato. Oggi il programma, ripreso più volte, ha dato decisamente i suoi frutti tanto che Harlem, sebbene mantenga una certa pericolosità soprattutto di notte, è considerato, e non a torto, un quartiere turistico. Tra le mete che vale la pena ricordare c'è sicuramente la Columbia University, la Cathedral Church of St. Jhon Divine e The Cloiters. Molti tour operator propongono la possibilità di partecipare a concerti Gospel ad Harlem. Il nostro tempo a disposizione sta per terminare, tralasciamo la visita dei musei ad una prossima visita di New York, convinti di dover assolutamente tornare prima o poi in questa splendida e magica città.


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